Cosa
facciamo
Affreschi preistorici color ocra decorano l’entrata della Grotta dei Mufloni nel Wadi El Beridj: vacche, cammelli, un cammelliere, undici figure umane, alcune con bastoni. Un esempio di quelle migliaia di pitture rupestri realizzate – a partire dal 10.000 a.C. e fino al primo secolo d.C. – sulle pareti delle caverne del Tassili n’Ajjer, dove ignoti artisti raccontano la storia delle origini del genere umano. Il massiccio montuoso, ha infatti rappresentato il preistorico crocevia di popoli antichissimi, situandosi idealmente al centro del Sahara, tra Niger, Libia e Algeria.
Una madre e sua figlia con in braccio un agnellino, affrontano una tempesta di sabbia, sulla strada verso casa. La forza del vento, che non incontra ostacoli per la mancanza di coltivazioni in terreni evidentemente in stato di abbandono, ha da poco sradicato anche una delle ultime palme da dattero.
Euphorbia Guyoniana, vegetazione spontanea sulle dune dell’Erg Lihoudi, un esempio di quella flora che comprende specie effimere, annuali o perenni, alcune perfettamente adattate alle condizioni di aridità, altre con cicli di vita molto brevi, legati all’arrivo di sporadiche piogge.
Affacciato dalla terrazza di copertura di un edificio della città storica, un uomo sorveglia il labirinto delle 111 costruzioni in terra cruda e pietra che compongono la medina. Le terrazze – che nel Sahara sostituiscono i tetti delle case e sono strettamente collegate tra loro – vengono usate ancora oggi per passarvi le notti estive, mentre nel passato, erano anche la via tradizionalmente riservata alle donne. Per muoversi liberamente in città, lontano dagli sguardi maschili, si utilizzavano questi percorsi sopraelevati, che collegano agevolmente i diversi quartieri. Itinerari segreti, che però fornivano anche l’intelaiatura in legno per i passaggi coperti che costellano la città vecchia e sono usati ancora oggi come luogo di sosta e d’incontro.