A differenza di quanto si pensa, l’Oasi è un luogo totalmente artificiale. Quel paesaggio storico e leggendario è infatti interamente creato dall’uomo, il risultato di una serie di elementi sociali, ambientali, agricoli, architettonici, tutti ugualmente necessari e assolutamente inscindibili. E’ infatti solo grazie alle comunità sahariane e arabiche, che nasce l’Oasi: fin dalla Preistoria si insediano in zone aride e tramandano sistemi per l’auto-riproduzione delle risorse naturali, coltivando un palmeto. Secolare crocevia di mercanti, di scambi e incontro tra culture, religioni differenti, l’Oasi è da tempo immemorabile nell’immaginario collettivo di popoli diversi, luogo-simbolo della bellezza inaspettata e salvifica, celebrata da antichi capolavori della letteratura che hanno avuto diffusione universale. Rifugio, e al tempo stesso, porta di accesso al deserto, all’enorme scenario biblico di pietra e sabbia: l’Oasi è il presidio delle nostre civiltà nella terra del silenzio, là dove eremiti, santi e viandanti, da sempre, si interrogano sull’Infinito e l’Assoluto.