La Fondazione

Fondazione LabOasis nasce nel 2015 con l’impegno di sostenere le comunità che abitano le Oasi sahariane e arabiche per scongiurare la perdita del loro patrimonio culturale e ambientale, minacciato dal cambiamento climatico e da attività umane distruttive, mentre ovunque nel mondo avanza il fenomeno della desertificazione. Fondazione LabOasis intende, allo stesso tempo, far conoscere e divulgare la sapienza millenaria che nelle Oasi ha dato modo di gestire la scarsità di risorse primarie, oggi più che mai un riferimento importante per tutti gli insediamenti umani. Questo perché, all’interno di ciò che appare come un esteso laboratorio permanente, in luoghi lontani tra loro e nazioni diverse, i popoli del deserto non hanno mai smesso di collaudare pratiche utili a garantire la vita e la sicurezza alimentare. Fondazione LabOasis lavora quindi per contrastare la scomparsa definitiva di questi ecosistemi, della biodiversità che li contraddistingue e della bellezza di questi paesaggi interamente creati dalla mano dell’uomo, in condizioni ambientali estreme. Promuovere progetti sul campo, che coniughino le conoscenze tradizionali con l’innovazione, è uno dei nostri obbiettivi principali. Sviluppare azioni eco-compatibili, che favoriscano il benessere sociale e la protezione dell’identità culturale delle comunità, è ancora possibile. Crocevia di antichissime strade carovaniere, l’Oasi è stata il teatro della fruttuosa cooperazione tra popoli diversi, fin dalla Preistoria. Per migliaia di anni, sedentari e nomadi, arabi, berberi, neri, produttori e commercianti, musulmani e ebrei, cristiani e animisti, hanno tutti partecipato alla creazione di quel grande mercato dove lo scambio di merci favoriva un trasferimento multiforme di valori culturali e religiosi. Mantenere in vita questa tradizione di accoglienza, coesistenza pacifica e tolleranza, profondamente inscritta nel DNA di comunità spesso insediate in zone di confine e lungo le recenti rotte migratorie Sahariane, è una responsabilità per tutti. Sostenere la tradizionale economia integrata delle Oasi, incentivare il restauro del loro patrimonio architettonico, realizzato in pietra e terra cruda con materiali adatti al contesto climatico, sono azioni altrettanto importanti. Vogliamo, in modo particolare, mettere un freno all’emigrazione giovanile e all’abbandono dei villaggi storici. A questo scopo, per la difesa di questi popoli, di questi luoghi e della loro storia, un passo importante sarà compiuto quando la specificità e l’unicità della Civiltà delle Oasi verrà riconosciuta a pieno titolo da istituzioni nazionali e organismi internazionali. E’ il Progetto al quale Fondazione LabOasis ha iniziato a lavorare sin dal primo giorno: l’istituzione di una Giornata Mondiale delle Oasi.

Mission

Il riscaldamento climatico, la desertificazione, la crisi idrica, le emergenze migratorie sono processi in gran parte imputabili all’azione umana. Servono perciò accordi globali, ma anche un gran numero di iniziative locali.

Le piogge sono benefiche o distruttive, quasi sempre a seconda della gestione del suolo. Ci sarà acqua sufficiente per la vita, a seconda dei sistemi che useremo per raccoglierla, conservarla e irrigare. Avremo sicurezza alimentare, a seconda di come sceglieremo di coltivare il pianeta. Assisteremo, o meno, a migrazioni d’interi popoli, a seconda dell’habitat che sarà dato loro di abitare.

Conserveremo la fragile bellezza del nostro mondo, a seconda dell’impronta che avremo cura di lasciare sul terreno e per questo abbiamo bisogno di un esempio, che funzioni da riferimento per l’efficacia delle nostre azioni.

L’Oasi che nasce grazie ai popoli del deserto, frutto di un’interazione con l’ambiente che sa garantire la prosperità di intere comunità in condizioni climatiche estreme, è il modello.

Difendere questo capitale sociale e i luoghi del suo insediamento, conservando insegnamenti preziosi, ma anche la bellezza dei paesaggi che questo connubio ha generato, è il compito che si è data Fondazione LabOasis e un impegno al quale è chiamato ognuno di noi. Più caldo, più sete, più guerre, più rifugiati, più muri. Non può essere, questo, il nostro futuro.